Sono 3 gli inestetismi più comuni della palpebra inferiore:
● Le borse: le borse a livello della palpebra inferiore sono causa di un appesantimento dello sguardo; infatti le borse generano un area ombreggiata più scura che amplifica la sensazione di stanchezza dello sguardo come se non si avesse dormito o si avesse appena pianto;
● La cute in eccesso: La cute delle palpebre perdendo progressivamente elasticità provoca ripetute pieghe e rughe;
● L'eccesso di tessuto muscolare: l'ipotonia e il rilassamento del muscolo orbicolare provoca un ipertrofia muscolare che si trova prevalentemente lungo il bordo cigliare.
L'intervento di blefaroplastica inferiore può avvenire per via esterna o per via transcongiuntivale. Di seguito si riportano i dettagli delle tecniche indicate.
Trattasi della tecnica classica che prevede di isolare e rimuovere il grasso delle borse attraverso un'incisione che viene effettuata nella palpebra inferiore subito al di sotto del bordo ciliare.
Con questa tecnica, all'occorrenza, è possibile rimuovere anche la pelle in eccesso.
L'anestesia è analoga a quella della blefaroplastica superiore. L'incisione cutanea viene condotta lungo il margine palpebrale a circa 2 mm da esso e viene estesa per 1 cm oltre il canto esterno.
L'intervento prevede l'allestimento di un lembo mio cutaneo che permette di raggiungere il grasso perioculare che si trova al di sotto del setto palpebrale.
La rimozione del grasso rappresenta il momento più delicato dell'intero intervento in quanto può determinare la complicanza più grave nota come Amaurosi, sono infatti da evitare le trazioni eccessive e soprattutto, l'emostasi non accurata.
La rimozione del grasso corrisponde alla metodica più comune; esistono altre metodiche come quella descritta da De La Plaza che propone una ristrutturazione della parete dell'ernia adiposa senza procedere all'asportazione del grasso. Si procede quindi alla rimozione del muscolo orbicolare in esubero e successivamente alla cute.
In questa fase è importante non rimuovere un eccesso di cute onde evitare l'occhio tondo o l'ectropion.
Mentre la metodica transcongiuntivale per la palpebra superiore è piuttosto recente (descritta per la prima volta nel 1999 da Food Nahai) e ha trovato una scarsa diffusione, la blefaroplastica transcongiuntivale alla palpebra inferiore è invece piuttosto diffusa e prevede un'incisione attraverso la congiuntiva che riveste la parte interna delle palpebre.
Il primo a descriverla fu Julien Bourguet nel secondo decennio del 900 ma a favorirne la diffusione fu Paul Tessier gia negli anni 70 e successivamente il chirurgo francese Pierre Fournier.
L'intervento di blefaroplastica per via transcongiuntivale è riservato a:
● Pazienti che presentano una scarsa o minima prominenza del grasso orbitario, con scarso esubero cutaneo;
● Pazienti molto anziani che abbiano un elevato rischio di complicanze come occhio rotondo o ectropion, o un eccessiva ipotonia della palpebra inferiore. Nei pazienti anziani è inoltre ulteriormente raccomandata in quanto riduce il rischio di ecchimosi locali e si accompagna a un tempo di ricovero più breve;
● Pazienti che giungono per una blefaroplastica secondaria (già operati in precedenza per blefaroplastica inferiore), nei quali sia controindicato una nuova incisione in prossimità del tessuto cicatriziale.
La blefaroplastica inferiore transcongiuntivale comporta, rispetto alla tecnica tradizionale, un duplice vantaggio. Oltre a non presentare delle cicatrici visibili, consente un numero minore di complicanze, soprattutto quelle conseguenti alla rimozione della pelle in esubero.
La retrazione palpebrale, l'occhio rotondo, la sclera visibile e l'ectropion sono complicanze che non possono verificarsi con questa tecnica chirurgica. In questo modo oltre non avere cicatrici visibili si ottiene una correzione ottimale della palpebra.
La blefaroplastica inferiore transcongiuntivale presenta anche alcuni limiti:
● Non consente di rimuovere la cute in eccesso;
● La tecnica chirurgica è più complessa;
● Il cuscinetto adiposo (soprattutto del compartimento laterale) è più difficile da raggiungere;
● In caso di ecchimosi o sanguinamenti attivi la gestione risulta più difficoltosa;
● Inoltre sembra essere maggiore il rischio di ledere il muscolo obliquo inferiore che dovrebbe sempre essere identificato durante l'intervento.
Chi è il Dr. U. Napoli
Chiama al +39 349 3120138
Invia una e-mail al Dr. Napoli
Scarica la brochure
Seguici su